Se
il XV secolo è caratterizzato dall’approccio sistematico per l’osservazione
dei fenomeni (L. da Vinci), è sicuramente due secoli dopo, con l’introduzione
del metodo scientifico (G. Galilei), che è possibile lo studio metodico della natura attraverso il legame indissolubile tra
esperimento e ragione.
Sempre
nel XVII secolo le leggi sul moto e la legge della gravitazione universale (I.
Newton, 1687) permettono una nuova concezione dell’ universo in termini di
meccanica celeste mentre, nel microcosmo, il prepotente sviluppo della chimica
e della fisica si conclude, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, con la
scoperta dell’elettrone, del protone, dei raggi
X e del decadimento radioattivo.
Più
di duemila anni dopo si concretizza l’antica ipotesi atomista dei filosofi
greci anche se, contrariamente da quanto indicato dalla sua derivazione greca,
l’atomo (atomos = indivisibile),
l’unità fondamentale della materia, risulta essere divisibile e composta da
particelle elettricamente cariche.
Sembra
anche risolversi a favore delle onde (e a scapito dei corpuscoli) la
discussione relativa alla natura della luce.
All’inizio
del XX secolo il problema dell’ irraggiamento termico dei corpi, una situazione
apparentemente ininfluente nell’evolversi della storia della fisica, trova
soluzione ipotizzando lo scambio di energia solo come multiplo di una quantità
minima definita quanto (quantum = quantità). La soluzione proposta avrà
conseguenze talmente innovative da aprire le porte ad una nuova fisica.
La costanza della velocità della luce, che è
indipendentemente dall’eventuale moto di avvicinamento o di allontanamento
della sorgente di emissione e/o dell’osservatore, definirà l’assenza di uno
spazio-tempo assoluto attraverso la teoria della relatività ristretta rendendo
equivalenti i sistemi di riferimento in moto rettilineo uniforme. E il valore
della velocità della luce sarà anche legato al valore della massa dei corpi dimostrando
il legame indissolubile massa-energia.
In un contesto più ampio la teoria della
relatività generale, affermando l’indistinguibilità
tra un campo gravitazionale e un sistema di riferimento accelerato, estenderà
l’equivalenza a tutti i sistemi di riferimento in moto.
Nel
microcosmo l’utilizzo delle onde elettromagnetiche in qualità di sonda
evidenzierà il limite intrinseco, l’indeterminazione o l’incertezza,
dell’informazione ottenibile dalla misura e la struttura della materia apparirà
più complessa del previsto introducendo il concetto di probabilità.
Sempre
nel microcosmo le onde elettromagnetiche manifesteranno aspetti corpuscolari e
la materia, i corpuscoli, manifesteranno aspetti ondulatori: dove inizia e dove
finisce l’aspetto ondulatorio delle onde elettromagnetiche? Similmente, quando
i corpuscoli manifestano il loro aspetto ondulare?
Nondimeno,
la scoperta di innumerevoli particelle durante gli esperimenti costringerà a
una revisione critica del concetto di elementarietà.
La classificazione delle particelle
per mezzo dei numeri quantici assieme ai principi di simmetria permetterà di
considerare più particelle come diversi aspetti di un’unica particella: nasce
l’ipotesi dei quark.
Oggi
l’immenso sforzo teorico-pratico della fisica dell’estremo rappresenta sicuramente l’orizzonte delle conoscenze
scientifiche più speculative dell’uomo che, attraverso due classi di particelle
– leptoni e quark – e quattro forze – la
forza gravitazionale, la forza elettromagnetica, la forza debole e la forza
forte – rende conto di tutti i fenomeni
osservati, dalla struttura dei nuclei atomici alle galassie.
L’interazione
tra due particelle prevede, nondimeno, lo scambio di una particella definita
quanto e caratteristica per ogni forza (campo). Le forze elettromagnetica,
debole, forte e gravitazionale sono mediate rispettivamente da fotoni, bosoni
vettori intermedi, gluoni e gravitoni. C’è poi anche una particella piuttosto evanescente, il neutrino, che interviene
nei processi di decadimento e trasformazione delle particelle.
Infine,
se grazie agli acceleratori di particelle è stato possibile confermare molte
ipotesi è solo nell’immensità dell’universo, il più grande laboratorio a
disposizione, che le particelle e forze si esprimono compiutamente, con potenza inimmaginabile.
L’applicabilità
pratica delle scoperte trova spesso riscontro nell’ambito della diagnostica e
soprattutto nei dispositivi elettronici anche se, attualmente, è la curiosità,
sicuramente una caratteristica del progredire scientifico, che spinge lo
scienziato alla ricerca, forse attraverso eccessive speculazioni matematiche,
di una unificazione totale tra forze e particelle per evidenziare il mirabile
ordine che governa la natura.
Davvero interessante!
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